ZEBRA CROSSING

Posted on Giugno 7, 2018

Nessun animale ha un manto più caratteristico della zebra. Ogni animale ha strisce uniche, come fossero impronte digitali, non ce ne sono due uguali.  Proprio per la loro unicità, le strisce potrebbero servire alle zebre per riconoscersi una con l’altra; comunque è certo che, proprio grazie alle strisce, le zebre riescono a mimetizzarsi perfettamente e perdersi nei forti contrasti di ombre e luci dell’assolata savana africana. Nella moda, al contrario, il motivo a striature alternate bianche e nere caratterizza capi dal forte impatto  grafico, ideati per farsi notare più che per mimetizzarsi.George Hoyningen-Huene, agli albori della fotografia di moda, immortala una ironica bagnante alla moda col suo bizzarro salvagente striato; mentre Vogue fa cavalcare una bizzosa zebra ad una elegante quanto impavida esploratrice. Una scelta di moda forte quella del tailleur bicolore anni Trenta, che sposa esotica ricercatezza e glamour.Roberto Capucci realizza un manteau da giorno dalle proporzioni perfette, e lo esalta col bicromatismo del motivo zebrato, gli accessori di pelle nera ne evidenziano la grinta e la modernità. Non meno grintosi gli abiti fine anni Cinquanta che scelgono lo stesso motivo per una gran sera inconsueta.
  Gli anni Sessanta salutano una nuova donna, emancipata e dinamica. Le strisce bianche e nere contendono all’optical la scena del contrasto bianco e nero. Non meno contemporanee e certamente  più suggestive dei motivi astratti, magari accoppiate a fluente pelo di scimmia, per un evocativo effetto sauvage, come nel cappotto Dior Haute Couture.

Valentino ama il motivo a Zebra, come tutte le fantasie animalier, e le usa nel corso dell’intera sua carriera, spesso creando abiti straordinari. Intarsi di tessuto, fittamente increspato a mano con una sapiente lavorazione sartoriale, creano sul corpo il mantello dell’animale; altrove  è il ricamo, fitto e prezioso, a farsi materia e a disegnare la fantasia bicolore.

Il motivo a zebra è versatile, a volte predomina il senso di libertà ed evocativo di selvaggi safari africani, altre spicca per eleganza e raffinatezza, come quando è adottato in lussuosissimi decor.

Versace sposa la stampa Zebra nella sua eccezione grafica. Invade la pelle, la seta, la lycra in un caleidoscopio di declinazioni, fino a sposarsi in un orgiastico tripudio con il maculato o col Barocco. Cappotti geometrici, costumi second skin, accessori e foulard per chi vuole farsi notare, ma soprattutto splendidi ed eterei abiti da sera per affascinare e sedurre. Su questa stessa scia Roberto Cavalli arriverà a farne  uno dei suoi trademark; così come Dolce & Gabbana continuano a presentare sin dagli esordi straordinari capi dal gusto Safari zebrato.

 

 

Galliano per Dior rivisita il Tailleur Bar del New Look in un’insolita quanto estrema versione esotica, ma elegantissima.

Mugler reinterpreta la zebra con gusto contemporaneo, estremizzandola e facendone un graffio grafico che muove la silhouette squadrata. Donatella Versace, in un tripudio di opulenza e ricamo gioca col motivo zebrato; lo stesso che nell’ultima versione di Saint Laurent decora il cortissimo abito pouff di pelle.

Il motivo a strisce si sposa perfettamente con la lavorazione della maglieria. Gli intarsi e i giochi di punti, già nella semplice combinazione del bianco e nero, offrono infinite possibilità e declinazioni.

Stampata su pelle di cavallino il motivo a Zebra diviene quanto mai realistico, un tocco esotico e d’impatto che si presta alla caratterizzazione di accessori stravaganti e raffinati come quelli disegnati da Tom Ford. Nella pump di Gucci, attraverso l’orlatura a intarsi e l’aggiunta di una vera e propria coda, si fa vezzo ironico e di ricercata trasgressione.

 

 

 

 

 

 

 

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