PUNK SAFE-PIN
Tra la metà e la fine degli anni Settanta s’impone sulla scena rock un nuovo movimento musicale che presto diviene un vero e proprio fenomeno culturale: Il Punk Rock. Il termine è usato per la prima volta dalla critica musicale americana per descrivere i gruppi rock garage e i loro fans. In America Ramones, Heartbreakers, Dead Boys, Voidoids e in Inghilterra Sex Pistol, Damned e Clash sono le prime mitiche band del nuovo genere di musicale.
In Inghilterra il movimento diviene il manifesto dei giovani che rifiutavano le culture dominanti in favore d’ideologie antiautoritarie e anarchiche. Anarchia che caratterizzava tutti gli aspetti della sottocultura punk, soprattutto l’abbigliamento. Abiti strappati, tantissima pelle e trucco pesante insieme alle caratteristiche pettinature sparate e creste, lamette e spille da balia è la nuova divisa dei giovani inglesi.Il nucleo originario a Londra ruota intorno alla boutique SEX, meglio conosciuta come Let It Rock, negozio del quartiere di Chelsea, una delle zone più lussuose di Londra. Il negozio è di proprietà dell’ex manager dei New York Dolls, Malcom MC Laren e di sua moglie Vivienne Westwood. Il negozio diviene il luogo, dove trovare le t-shirt tagliate, i pantaloni di pelle e gli accessori fetish della nuova anti-moda, e che si era diffusa velocemente tra i fans delle band punk. Una delle band più influenti da questo punto di vista è quella dei Sex Pistols; i loro fan ne imitano lo stile fatto di pelle e abiti semi distrutti, tenuti insieme da spille da balia e catene. Una delle Icone più influenti del nuovo stile, estremo e dissacratore, è Johnny Rotten, bassista dei Sex Pistol. Rotten è scoperto nel negozio Sex, e più che per le sue scarse capacità musicali è scelto per il suo look: con i suoi amici è oramai solito indossare camice strappate e vestiti sadomaso acquistati nella boutique di Vivienne Westwood. Emblema del movimento diviene un accessorio quasi insignificante ma utilizzato in maniera dissacrante: la “safe-pin“, la spilla di sicurezza. Portata come orecchino o a trafiggere le guance diviene uno dei segni distintivi dei giovani Punk. Recupera il ruolo atavico che aveva la Fibula romana e tiene insieme abiti improbabili e t-shirt tanto logore da cadere a pezzi, come le certezze della cultura pop e hippie delle generazioni precedenti, infrante nelle crisi economiche e le tensioni che tornano a sconvolgere la società. Dopo l’istintivo e viscerale parto dello stile Punk, la Moda s’impadronisce degli aspetti esteriori del movimento e li ingloba, li trasforma piegandoli alle proprie esigenze di decoro e costruzione dell’abito. Nel 1977 la prima è Zandra Rhodes, l’estroversa stilista inglese disegna una collezione d’ispirazione Punk con abiti strappati ad hoc, rifiniti con catenelle di metallo e decorati da safe-pin. Negli anni queste divengono iconiche dello stile di Zandra Rodhes, che le ripropone anche nelle sue collezioni di gioielli. In seguito, negli anni Novanta, Gianni Versace s’ispira alla grande designer inglese e riprende in modo analogo le spille da balia gioiello e la moda Punk. La medusa decora le macro spille dei sexissimi abiti di Versace. Abiti da sera, gonne e giacche si aprono in spacchi strategici tenuti da fila delle preziose spille. Lunghe serie di asole sostituiscono gli strappi di un tempo in un’originalissima soluzione di costruzione di abiti e maglieria. La safe-pin è dappertutto, diviene gioiello e distingue per se stessa un certo stile e attitudine di vita. Zandra Rodhes ne fa due ironici gemelli, Versace pendenti per il suo prezioso collier e Vivienne Westwood ridisegna “il gioiello punk da guancia“. Qualche anno più avanti è ripresa da Martin Margiela, stavolta ripulita da ogni preziosismo e riportata all’originaria purezza di design funzionale. Sovradimensionata chiude i macro maglioni “costumizzati” in avvolgenti cardigan, o è protagonista assoluta di gioielli “ready made” dell’iconoclastico designer belga. . La spilla da balia resta comunque rappresentativa di una certa sottocultura di ribellione e sovvertimento dell’ordine. Il grande performer Leigh Bowery decora una giacca di jeans con centinaia di spille dorate trasformandola in una sorta di armatura, creando una texture preziosa costituita da materiali poveri. Nella stessa direzione il ricamo della gonna di Margiela del 2004, dove una straordinaria fenice è ricamata con spille da balia di differenti dimensioni.