JOHN GALLIANO EGYPTIAN LOOK

Posted on Ottobre 22, 2015

John Galliano nel 1997 sfila una collezione audace e ricca di riferimenti storici; le modelle hanno gli occhi bistrati sotto pesanti parrucche di foggia egizia, gli abiti sono ridotti al minimo, quasi dei costumi da Cabaret.

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Nude look e trasparenze sono appena mitigati da profusioni di ricami e pannelli plissettati: l’atmosfera generale è quella nostalgica delle dive del muto; dei primi film mitologici che raccontavano la leggenda e l’opulenza dell’Antico Egitto e delle sue spietate quanto bellissime Regine.

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Dopo la scoperta nel 1922 della Tomba di Tutankhamon, l’Antico Egitto diviene di moda: i ricami sono ispirati ai geroglifici; scarabei, serpenti, fiori di loto e maschere funerarie diventano motivo per gioielli dal gusto macabro ed esotico a un tempo.

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La ricchezza del tessuto, raccolta in pannelli pieghettati, è concentrata sul davanti mentre il dietro degli abiti resta pulito e aderente, secondo la foggia alla “Egiziana”. S’impongono le tuniche sovrapposte nei nuovi colori verde Nilo e turchese.

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La nuova moda egiziana conquista anche il grande schermo, le dive del muto interpretano leggendarie Cleopatra e lasciano in eredità un patrimonio iconografico di grandissima suggestione.

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Negli anni Cinquanta il filone dei film “Peplum” si riappropria della figura della Regina dei Tolomei e la rilancia con sfarzo Hollywoodiano: Elizabeth Taylor interpreta la versione più lontana dalla realtà storica della Regina d’Egitto ma indubbiamente la più affascinante. L’opulenza del kolossal americano e la soprannaturale bellezza della Taylor danno vita a una Cleopatra fasciata in abiti sexy ricoperti da cascate d’oro, i tessuti lamé oro si plissettano a metri e metri e le parrucche a treccine raggiungono proporzioni da primato.

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John Galliano pesca a piene mani in tutto questo rutilante e anche eccessivo patrimonio iconografico per confezionare una sfilata epica, tra quelle che lo imposero come uno degli stilisti più influenti del decennio.

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Il geniale designer è recidivo nelle sue ossessioni, ha già assunto la direzione artistica di Dior da qualche anno quando riprende l’idea dell’Egitto e la rilancia in maniera superlativa nel 2004.

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Sulla passerella più prestigiosa di Francia sfilano idoli e dei: maschere in vetroresina di Anubi e Horus su abiti couture Christian Dior, modelle ricoperte d’oro e dei colori delle pietre dure, scintillanti corone e ali di falco. Da un lato il fascino della storia, dall’altro la suggestione “Sci-Fi” del film Stargate.

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La straordinaria capacità delle maestranze chez Dior sono spinte al massimo. Ogni abito è decorato e scintillante; un infinito puzzle di pelle di pitone metallizzato ricrea i dipinti delle tombe dei faraoni, la corazza del sacro coccodrillo o disegna papiri e fiori di loto su sciarpe pettorali.

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Le silhouette rarefatte delle foto di moda, altro riferimento iconografico tipico delle sfilate di Galliano per Dior, fanno il pari con la rappresentazione laterale dell’arte egizia: le modelle si fermano in pose estreme, evidenziando il taglio degli abiti che si concentra sul davanti in un precario equilibrio di volumi.

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Regine e Figure Divine, Mummie fatali, statue di satin e organza; figure ieratiche e quasi intoccabili nate dalla geniale mente di John Galliano.

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