EMILIO PUCCI, THE PRINCE OF PRINTS

Posted on Settembre 10, 2015

Quella di Emilio Pucci è una vita avventurosa e così densa di avvenimenti da sembrare la trama di un romanzo, ma è per la sua moda così ricca di colori e forza vitale che è universalmente conosciuto.

Emilio Pucci, marchese di Basento, nasce a Napoli, il 20 novembre del 1914, erede della nobile famiglia fiorentina dei Pucci. La gioventù lo vede dedicato allo sport e allo sci in particolare, tanto da partecipare alle Olimpiadi invernali del 1936. I suoi successi in questo sport gli danno l’occasione di trasferirsi all’estero; con una borsa di studio studia al Reed College in Oregon, dove si allena per diventare un vero campione, qui per la prima volta compare quella che sarà la sua vera passione e la chiave del suo futuro, sebbene ancora lontano, successo: disegna la divisa da sci della scuola!

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Terminati gli studi con un master, invece di rientrare in Italia decide di viaggiare per il mondo imbarcandosi su di una vecchia nave. Questo gli comporta l’accusa di renitenza alla leva militare una volta rientrato in patria ma Emilio trova modo di accordarsi con le autorità, anzi fa molto di più. Si appassiona talmente all’aeronautica da divenire uno dei personaggi principali delle vicende belliche della Seconda Guerra Mondiale; le sue imprese spericolate ed eroiche gli valgono numerose medaglie al valor militare. La sua amicizia con Edda Ciano, figlia del Duce ma invisa ai Tedeschi tanto da dover fuggire in esilio, gli costa invece la galera e la tortura nei tremendi fatti che seguirono la firma dell’Armistizio. Per sei mesi è tenuto prigioniero dai tedeschi affinché riveli il luogo di rifugio di Edda e soprattutto dei i diari segreti di suo marito.

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Superato questo periodo così avventuroso come sofferto, ripresosi da una lunga malattia, ripiega in svizzera, dove sopravvive facendo il maestro di sci. Nel 1947 si trasferisce al Sestriere, sempre come maestro di sci ma un episodio fortunoso giunge a cambiare ancora una volta la sua vita. Sul numero di Dicembre di Harper’s Bazaar è pubblicata una fotografia di Toni Frisse, importante fotografa di moda dell’epoca, in cui appare Emilio Pucci e una sua amica in tenuta da sci, la tenuta inutile dirlo era stata ideata da Emilio stesso: un parka con cappuccio e pantalone affusolato, insieme rivoluzionario per l’epoca. Un successo immediato, tutti s’interessarono alla nuova combinazione. Questo episodio lo spinge a rientrare prima a Firenze, dove comincia a occuparsi seriamente di moda e poi a Capri, dove apre la sua prima boutique nel 1950.

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Emilio Pucci rappresenta l’epitome del glamour del jet-set nel dopo guerra: atletico, elegante, sempre in viaggio tra il palazzo nobiliare di Firenze, le montagne svizzere e le acque azzurre di Capri. Le sue clienti divengono le signore più dinamiche e moderne, che vedono nella sua moda un inno alla loro voglia di vivere e al lusso in ogni occasione della giornata; i suoi colori accesi e vivi e i motivi grafici così marcati e vistosi, influenzano segnatamente la moda del tempo. Sebbene le sue forme siano semplici, il suo era un abbigliamento per le vacanze costituito in prevalenza di camice in twill o top in jersey su aderenti pantaloni “capri”, uniscono chic e portabilità in una combinazione vincente. Una caleidoscopica e solare esplosione di motivi e colori che affascinano letteralmente la sofisticata e internazionale clientela dell’isola napoletana.

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Emilio Pucci elabora un nuovo concetto, che noi chiameremmo di sportswear ma che allora era ancora embrionale, rivolto alla totale libertà del corpo, alla gioia di vivere e contraddistinto da uno stile fresco ed elegante. Questa sarà la costante dello stile di Emilio Pucci per tutta la vita e la declinerà nei campi più disparati, raccogliendo sempre successo e ammirazione. Un’idea di libertà che trova pieno riscontro nei tessuti impiegati: seta, organza, gabardine di cotone e mussola; tessuti leggeri e freschi.

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Emilio Pucci nel suo desiderio di praticità segna un momento importante nella moda contemporanea, donando alle donne una leggerezza di movimenti senza precedenti. I modelli Pucci, pur mantenendo un’allure di prestigio, si svincolano dalla poca praticità di peso, volume e soprattutto costi dei modelli dell’Alta Moda.

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Pucci, vero pioniere della moda italiana, è tra i primi a sfilare alla Sala Bianca nella storica presentazione della Moda Italiana organizzata da Giovanni Battista Giorgini a Firenze nel 1951. Nel 1954 riceve il prestigioso premio Neiman Marcus Award; gli americani lo riconobbero come l’indiscusso “Prince of Prints” per oltre trent’anni. Il Re delle Stampe, e lo fu davvero.

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Emilio Pucci è il primo designer a creare uno stile originale di stampa e a dedicare a questa una ricerca e un’attenzione mai vista prima: nella realizzazione delle sue famosissime stampe s’ispira ai paesaggi naturali del mediterraneo come alle culture esotiche. I colori sono quelli vibranti dei giardini capresi affacciati sul mare, giallo limone, rosa Emilio, rosa geranio, lavanda, azzurri “acqua”, verde menta si mescolano in un caleidoscopico quanto armonico accordo cromatico, in un esaltante inno alla bellezza e alla gioia di vivere.

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Immediatamente riconoscibili gli accordi cromatici di Pucci, esprimono energia ed emozione, in un effetto luminoso quanto ricercato e catturano lo spirito di una nuova moda. Sino dagli anni Cinquanta Pucci inizia a sviluppare le sue stampe firmate in un turbinio di forme e motivi dallo stile ben preciso. Gli scenari erano quelli cari allo stilista: i mosaici siciliani, le bandiere araldiche del palio, i motivi batik riletti con una grafica netta e vibrante che li avvicina alle forme dell’arte moderna, li riatualizza.

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Ogni stampa è firmata con il suo nome, “Emilio”, scritto in corsivo, come la firma che un’artista appone sotto il suo quadro. Per la prima volta il nome di uno stilista è utilizzato come logo. Emilio Pucci, collaborando direttamente con le industrie italiane tessili specializzate, riesce a spingere al limite le possibilità di comfort offerte dai tessuti stretch; abbandona i modelli pesanti e rigidi che ancora predominano negli anni Cinquanta, disegna e brevetta tessuti nuovi, come il jersey di seta stretch e il jersey di cotone. Tessuti che gli permettono di creare capi sfoderati, leggeri, che non si sgualciscono e sono facili da portare in viaggio ma che sono ottime basi per le sue straordinarie stampe. Una rivoluzione.

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Emilio Pucci, pur essendo un personaggio internazionale, mantiene con la città dei suoi antenati un rapporto speciale; qui stabilsce il suo quartier generale e in particolare nel Palazzo di famiglia; l’indirizzo stesso della Maison diventa di per sé un vanto e un valore aggiunto che nessun altro può vantare: Marchese Emilio Pucci, Palazzo Pucci, via dei Pucci 6, Firenze.

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Le attività di Emilio Pucci nel tempo si allargano a tutti i settori della moda, da quello della moda maschile, ai profumi, agli accessori, alle ceramiche per la casa. Pucci offre alla sua clientela uno stile di vita a 360°.

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Creazioni firmate il cui stile cattura l’immaginario della clientela americana, particolarmente interessata all’abbigliamento sportivo, perfetto complemento glamour dei circoli esclusivi del jet-set.

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Per tutti gli anni Sessanta e Settanta Emilio Pucci resta in vetta alla popolarità tra le donne americane più ricche ed eleganti che fanno della sua moda la loro divisa.

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Non manca di cimentarsi in ambiti anche insoliti, come disegnare lo stemma per la tuta degli astronauti della NASA della Missione Apollo 15. Disegna anche i completi per Hostess, Piloti e personale della Compagnia Aerea Braniff International Airwais, i completi coloratissimi e psichedelici, sono totalmente innovativi rispetto il panorama di allora.

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In Italia esprime il suo genio disegnando le divise dei Vigili Urbani, con i loro lunghi guanti bianchi e gli elmetti ovali sulle uniformi blu. Negli ultimi anni della sua vita Emilio Pucci affronta l’agone politico e ricope incarichi sia regionali sia nazionali. A riconoscimento del tanto lavoro speso nel corso della sua straordinaria vita nel 1982 è nominato Cavaliere del Lavoro. Si spegne a Firenze nel 1992. Rilanciate dal revival degli anni Sessanta le stampe Pucci tornano di gran moda negli anni Novanta; la figlia di Emilio, Laudomia, prende in mano la direzione dell’azienda e riavvia una nuova stagione di successi.  Nel 2000 viene siglato un accordo col gruppo LVMH, che acquisisce la maggioranza dell’azienda, pur mantenendo a Firenze il quartiere Generale. In pochi anni è stata creata una rete di negozi in tutto il mondo e il marchio è tornato a essere protagonista della moda internazionale.

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One Response

  1. Annamaria Banfi
    Gennaio 19, 2016

    sono capitata “per caso” in questo sito molto intrigante non solo per lo straordinario accostamento cromatico e l’eleganza “vera” delle creazioni stilistiche di Emilio Pucci, ma mi ha affascinato soprattutto conoscere la vita intensa e avventurosa di un Protagonista in assoluto di un “periodo” che, per i per contenuti storici, le diverse espressioni artistiche, e le testimonianza di “fervore” e genialità imprenditoriale, ci appare ora come un’epoca purtroppo remota!

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