COURREGES, SPACE AGE FASHION

Posted on Luglio 15, 2015

Andrè Courrèges, nato a Pau il 9 marzo del 1923, al tempo della corsa allo spazio e dello sbarco sulla Luna immagina la donna del futuro, lanciando una moda dai tagli futuristici e dai materiali sperimentali.

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Andrè Courregès si laurea in ingegneria civile e, dopo aver partecipato alla seconda guerra mondiale come pilota d’aereo, torna in patria specializzandosi nella progettazione di ponti. La passione per il design lo porterà, nel 1949 ad avvicinarsi alla moda; entra nell’atelier di Balenciaga, dove apprende la straordinaria tecnica di taglio. Nel 1963 apre un suo salone d’Alta Moda, insieme con la moglie Coqueline Barrière. La sua moda è apprezzata da personaggi di spicco, che amano le sue linee pure e i suoi tagli semplici, ispirata dall’architettura e dal modernismo che in quegli anni si andava affermando in arte e design.

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Sono tanti gli stilisti in quegli anni a sentire l’esigenza di rinnovare i vecchi canoni, accanto a lui si affermano Emmanuel Ungaro, allievo anche lui del grande Balenciaga, Pierre Cardin, eccelso sperimentatore di tagli innovativi, e Mary Quant, irriverente stilista inglese che rivendica insieme a Courrèges l’invenzione della minigonna.

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Nel 1964 Courrèges lancia la sua più famosa collezione: “Space Age”. Le sagome degli abiti hanno come riferimento la geometria: quadrati, triangoli e trapezi ispirano abiti semplici contraddistinti da una loro caratteristica “aerodinamicità”.

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Gli elementi decorativi puri e la razionalità dei tagli ricordano l’avanguardia del Costruttivismo Russo: blocchi di colore, righe, bianco e nero. Il look comprende anche stivali, occhiali e guanti, ispirati alle tute degli astronauti e a come s’immagina, ci si dovrà vestire una volta “in orbita”.

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I materiali favoriti, accanto a un largo impiego di jersey e tessuti double, sono la plastica e il metallo, materiali rigidi che aiutano a costruire i volumi prediletti da Courrèges. Accanto al bicromatismo del bianco e nero usa largamente i colori primari: rosso, giallo e sempre tantissimo bianco.

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Sebbene all’inizio sia osteggiato e guardato con sospetto dai puristi dell’Alta Moda, cui Courrèges risponde di aver ringiovanito le donne senza essere ricorso al bisturi, i rivenditori d’alta moda adattano e diffondono le sue idee. Le vetrine e le riviste di moda si riempiono di stivali bianchi, di gonne di plastica e trench in vinile, di caschi e grandi occhiali bianchi.

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Nelle successive collezioni Courrèges continua a ridefinire il guardaroba della donna moderna, stavolta ispirandosi allo sport e alla praticità dell’abbigliamento sportivo; nascono così abiti “tennis look”, tute “seconda pelle” come quelle indossate per lo sci, abiti da spiaggia e abiti-saloppette.

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Non mancano capi estrosi, frutto della fervida creatività di Courrèges, come gonne in metallo ispirate all’abbigliamento degli antichi egizi o abiti in jersey fosforescenti, che s’illuminavano al buio.

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Nel design di Courrèges era sempre presente anche un elemento “infantile”, in fondo siamo in pieno baby boom e tutto ciò che è giovane, è alla moda: l’assenza assoluta di forme, del punto vita e del seno, e certi dettagli come i colli squadrati e gli orli a smerlo sono tipici dell’abbigliamento dei bimbi, e contribuivano a rendere i suoi capi freschi e giovani.

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La sua moda detta legge e contraddistingue l’intero periodo degli anni Sessanta, in cui è il capofila dell’Alta Moda francese. Negli anni Settanta Courrèges firma numerose licenze e disegna occhiali, ombrelli, profumi, abiti per l’infanzia e vestiti da sposa. Nel 1984 si trasferisce a Tokio dove per oltre un decennio porta avanti la propria ricerca e progettualità sperimentale. Cederà poi l’azienda al gruppo giapponese Itokin per far ritorno in Francia.

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