GIVENCHY, INNOVAZIONE ED ELEGANZA
Givenchy si distingue per la sua moda particolare, frutto di continua ricerca di linee e tessuti, e per la sua eleganza pulita e mai banale.
Hubert James Marcel Taffin de Givenchy nasce da una nobile famiglia, suo padre era il Marchese Lucien Taffin de Givenchy e sua madre Beatrice Badin. Se il ramo paterno era quello di un’antica e illustre famiglia, quello materno brillava per creatività ed estro artistico. Sua nonna, Marguerite Dieterle Badin, era la vedova di Jules Badin, artista, proprietario e direttore delle prestigiose manifatture di arazzi Gobelins e Beauvais. Il bisnonno materno, Jules Dieterle, era stato un famoso scenografo e aveva creato numerosi cartoni per le fabbriche di Beauvais, tra cui una serie di tredici disegni per il Palazzo dell’Eliseo. Uno dei trisnonni aveva disegnato scenografie per l’Opera di Parigi. Quando, a seguito della morte del padre per influenza, è allevato dalla madre e dalla nonna materna, non potrà che non essere coinvolto dal loro spirito artistico, tanto da scegliere di studiare all’Ecole Nationale Superieure des Art a Parigi. Parigi però, stavolta contro il parere della famiglia, lo coinvolgerà nel mondo della moda. Il giovane Hubert, che s’impone immediatamente per i suoi modi aristocratici e la sua fisicità nell’ambiente parigino, deciderà di iniziare la sua carriera in questo mondo. Inizia a lavorare prima presso Lelong, dove incontra l’allora ancora sconosciuto Pierre Balmain e Christian Dior, poi per Piguet, ancora per Fath e infine per la geniale e creativa Schiaparelli. Un apprendistato di massimo livello che formano il suo gusto e la sua visione unica della moda.
Nel 1952, a soli ventisette anni, decide di debuttare con la prima collezione sotto il suo nome. La prima collezione, Separation, è fatta di gonne leggere e lunghe sino al pavimento e di straordinarie, splendide camicette; tra queste la pluricelebrata blusa Bettina, ispirata a Bettina Graziani, la modella più famosa dell’epoca, e sua musa.
Dopo solo due anni, precorrendo i tempi e anticipando gli altri couturièr lancia la sua linea di ready-to-wear di lusso.
Givenchy s’impone con uno stile innovativo, in assoluto contrasto con quello imperante di Dior, più tradizionale. Viene da subito considerato la promessa della scena progressiva della moda di Parigi; benché nelle prime collezioni dovesse avvalersi di tessuti più economici per motivi finanziari, le sue creazioni destavano interesse e curiosità.
Accanto alla modella Bettina Graziani, un’altra donna incarna il suo ideale estetico femminile: Audrey Hepburn, il loro incontro determinerà una svolta nel gusto e nell’estetica del tempo.
Givenchy la incontrerà nel 1953, durante le riprese del celebre film Sabrina. La casa di produzione decide di affidare a Hubert de Givenchy la creazione di alcuni abiti per il personaggio interpretato dalla Hepburn che meglio possano esprimere l’allure della moda parigina, e inviano l’attrice direttamente a Parigi per farli realizzare. Questo incontro determina non solo un inestinguibile sodalizio professionale, ma un’amicizia che durerà nel tempo. Givenchy disegnerà anche gli abiti per Colazione da Tiffany e Cenerentola a Parigi, ma l’attrice vestirà le sue creazioni anche nella vita, diventando l’ambasciatrice del suo stile, fatto di tagli classici e una fantasia profondamente sentimentale.
La Hepburn dirà: ” i suoi abiti sono i soli nei quali mi sento me stessa. Hubert è molto più che uno stilista, è un creatore di personalità”. Per la Hepburn Givenchy sviluppa anche i suoi primi profumi, l’Interdit e les de Givenchy, poi immessi sul mercato. Le sue creazioni sono state amate anche da altre gloriose stelle del cinema e del jet-set internazionale: Grace Kelly, Elisabeth Taylor, Jackie Kennedy e Wallis Simpson erano affascinate dalla sua eleganza mai banale, sinonimo dello chic parigino per oltre cinquant’anni.
Un altro incontro fondamentale nella costruzione dello stile di Givenchy è con Cristobal Balenciaga, che diviene suo amico, idolo e mentore; tanto che Hubert de Givenchy arriverà a dire: “Balenciaga è stato la mia religione!”.
Quando nel 1968 Balenciaga si ritira dalla moda, sarà Givenchy a ereditarne la clientela.
Oltre che nei rigidi dettami della couture Givenchy seppe guardare anche a realtà più contemporanee e d’avanguardia come Limbo, il negozio dell’Est Village a Manhattan. Ispirato dal dinamismo che si andava affermando nel suo tempo e dalla lezione di praticità del suo maestro Balenciaga, nel 1957 Givenchy afferma una delle idee che più influenzerà la moda a venire: la linea a sacco.
Rivoluzionando la silhouette del tempo, la linea a sacco abbandona il punto vita, e lascia che il corpo sia intuito e immaginato sotto il vestito piuttosto che fasciato e ostentato. Givenchy nella linea a sacco accorcia le lunghezze e invita le donne a mostrare di più le gambe, divenendo con questa soluzione il deciso anticipatore della moda degli anni Sessanta, tra i decenni più influenti dell’intera storia della moda.
Nel 1973 sarà invece la volta del debutto della linea dedicata all’uomo. La casa di moda Givenchy resta saldamente in mano al suo fondatore riscuotendo successi fino al 1988, quando Hubert de Givenchy si ritira dalla direzione vendendo al gruppo LVHM la Maison.
Succedono allo stilista nomi importanti del design contemporaneo: dapprima John Galliano, seguito poi da Alexander MC Queen, a seguire Julien McDonald e Riccardo Tisci. Nel 2017 Clare Waight Keller viene nominata direttrice artistica per le linee di prèt-a-porter maschile e femminile e Couture.
Hubert de Givenchy dal momento del suo ritiro allora si dedica al collezionismo di opere di bronzo e marmo del diciassettesimo e diciottesimo secolo; raramente compare in pubblico, come nel luglio del 2010, quando ha tenuto un discorso presso la Oxford UnIversity Student Union. Givenchy è scomparso nel marzo del 2018 nel Chateau du Jonchet, a Romilly vicino a Parigi.