VIONNET BIAS CUT ENGINEERING

Posted on Maggio 11, 2015

Fondatrice di una tra le più famose maison di moda parigine di tutti i tempi, Madeleine Vionnet è tra i precursori della rivoluzione della moda del ventesimo secolo; quella rivoluzione che porterà alla definitiva liberazione della donna dai paludamenti, dai corsetti e da tutti gli artificiosi sostegni dei gonnelloni sino allora in auge. La geometria dei suoi abiti è un’innovazione assoluta, una vera rivoluzione tecnica, compiuta seguendo il credo di esaltare la figura femminile e realizzare abiti che fossero ciascuno un poema in sé compiuto.

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La Piccola Madeleine, abbandonata dalla madre, si sposta a Parigi col padre che era in cerca di migliori opportunità di lavoro; deve lasciare però la scuola a soli dieci anni e cominciare il suo apprendistato in una maison de couture, dove entra grazie all’aiuto della moglie di un amico del padre che vi lavorava. Dopo essersi trasferita a Londra a seguito del marito che sposa giovanissima, e dove lavora presso una sartoria inglese, torna a Parigi. Completa la sua formazione presso uno degli atelier più importanti dell’epoca: quello delle sorelle Callot. Qui è l’assistente della più anziana delle sorelle, cura lo sviluppo dei cartamodelli dei capi approntati sul manichino: la stessa Vionnet dichiarerà che questa esperienza sarà fondamentale per la formazione del suo senso dell’Alta Moda e della rigorosa costruzione sartoriale dei suoi capi. In quegli anni Poiret lanciava la sua moda scandalizzando mezza Europa con i suoi abiti sciolti che abbandonano l’uso del corpetto; Vionnet ne segue l’esempio e in virtù del suo talento innovativo la Maison Doucet la assume proprio per svecchiare la sua produzione.

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Acquisita ulteriore esperienza decide di fondare una propria casa di moda nel 1012, andando incontro alle mutate esigenze d’abbigliamento d’alta moda della nobiltà europea e dell’alta borghesia: in quegli anni dominava l’eleganza e si valorizzava la classe e la raffinatezza, ma si comincia a chiedere la praticità! Già agli inizi del novecento il modo di vedere il corpo femminile era cambiato con l’abbandono dell’uso del busto e l’abitudine di praticare sport sin da giovanissime. Madeleine risponde a queste nuove idee allestendo sfilate a dir poco inconsuete dove le modelle sfilano senza busto e a piedi nudi sotto gli occhi increduli e rapiti delle sue giovani clienti. Il primo conflitto mondiale la costringerà a chiudere l’attività, durante questo periodo soggiornerà a Roma, e qui studia le statue greco romane, le fogge dei loro abiti; sorgono in lei nuove idee che non tarderà a porre  in essere al suo rientro a Parigi nel 1918. Abbandona il prototipo della voluttuosa odalisca e della donna languida e carnosa legata alla Belle Epoque, comprende che sono necessarie tante mode quante donne esistono e punta a un equilibrio ben calibrato tra corpo e abito, improntato al principio della semplicità; linee guida queste che diveranno costanti nelle sue creazioni.

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In questa sua ricerca Vionnet adotta e perfeziona la tecnica il cui innovativo impiego rappresenta il suo più grande contributo all’evoluzione della moda: il taglio in sbieco. Il “bias cut” cioè in diagonale a 45 gradi rispetto il verso della trama e dell’ordito, permette di utilizzare l’elasticità naturale del tessuto per realizzare capi che accarezzano il corpo, scivolano liquidi come mercurio esaltando le forme. Vionnet studiava i tagli su di un manichino in scala e poi sviluppava il risultato sulle misure della modella.

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La creazione dei suoi modelli richiedeva a volte, proprio per l’impiego in sbieco, tessuti realizzati apposta in altezze tali che oggi sarebbero improducibili: intere pezze montate in diagonale con effetti di straordinaria semplicità. Una semplicità apparente: in alcuni casi era la stessa Madeleine che si recava personalmente a casa delle clienti per vestirle tanto erano complessi nel taglio! Gli abiti erano composti di pannelli drappeggiati, piegati, annodati che creavano effetti di lucentezza e, grazie allo sbieco e al peso stesso della stoffa aderivano al corpo senza bisogno di pinces e bustini interni.

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Il ricamo non era un puro decoro ma parte stessa dell’abito, recuperando tecniche antiche e sviluppandone di nuove. Le frange, in auge all’epoca, erano usate per creare danzanti elementi decorativi a spina di pesce, cascate, zampilli ma lasciando fluidità al tessuto.

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Taluni elementi come la rosa in tessuto ripiegato su se stesso o il nodo sottolineavano una curva, una scollatura. In taluni capi creavano una testure a imitazione di cappe di pellicce.

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Gli abiti scivolati di Madeleine Vionnet sono il prototipo dell’abito a sirena legato all’iconografia delle dive Hollywoodiane che lo adottano quale loro simbolo. Negli anni trenta gli abiti diventano più ampi, con la vita più alta e con le gonne ampie in tessuti lucidi, a volte plissettate a raggiera sul taglio a ruota, anche questa un’innovazione di Vionnet.

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Le cappe e le giacchine si arricchiscono romanticamente con pizzi e merletti. Lo stesso materiale è impiegato per delicati lavori di intarsio.

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Il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale farà chiudere molte case di moda e tra queste quella di Vionnet, ma il suo nome, la sua creatività e il grande contributo all’esaltazione della bellezza del corpo della donna non saranno mai dimenticati. I futuri designer si cimenteranno con le sue creazioni, studiandole e ispirandosi, adottando la sua tecnica del taglio in sbieco e realizzando abiti morbidi e sensuali secondo il suo stile, subendo il fascino di una moda senza tempo e di assoluta bellezza e modernità.

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