POIRET, IL PRIMO STILISTA MODERNO

Posted on Maggio 5, 2015

Paul Poiret (Parigi20 aprile 1879 – Parigi30 aprile 1944) è considerato il primo creatore di moda in senso moderno. I suoi contributi alla moda del ventesimo secolo sono stati tali da essere paragonati a quelli di Picasso al mondo dell’arte: non solo ha cambiato il corso della storia del costume, ma anche tracciato la direzione della storia del design moderno.  Rivoluzionò totalmente l’abbigliamento femminile tanto da farlo conoscere in America come “the King of Fashion”; mentre a Parigi era Le Magnifique, Solimano il Magnifico, sicuramente il miglior soprannome per un couturier che aveva impiegato il linguaggio dell’orientalismo per spingere oltre ogni limite le possibilità d’evoluzione dell’abbigliamento in senso romantico e teatrale. Durante l’adolescenza, Poiret portò i suoi primi bozzetti a Madeleine Cheruit, un’importante stilista del tempo, che ne comprò una dozzina. Poiret continuò a vendere i propri disegni ad alcune fra le più grandi case di moda parigine, fino a che non fu assunto da Jacques Doucet nel 1896. Nelle sue memorie egli stesso racconta che di un suo primo modello realizzato per la casa parigina, un mantello rosso, furono venduti 400 capi. In seguito fu assunto dalla House of Worth, dove gli fu chiesto di creare ciò che Gaston Worth (il figlio di Charles Frederick Worth, il fondatore omonimo) chiamava le “patate fritte“, cioè capi semplici e pratici che fossero da contorno ai piatti principali, sostanziosi di Worth: gli opulenti abiti da sera e da ricevimento. La “sfacciata modernità dei suoi disegni” tuttavia, si rivelò eccessiva per la clientela dell’House of Worth. Alla fine, saldo nella sua visione, Poiret fondò la propria casa di moda nel 1903, al 5 di rue Auber.

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Dal primo momento egli si distinse per la sua originalità: le vetrine del suo negozio, a differenza di quello che era il costume dell’alta moda dell’epoca, erano ampie e appariscenti. Ciò che maggiormente contraddistinse Poiret  rispetto agli altri stilisti, fu l’istinto per il marketing. Non per nulla, fu il primo a pubblicare a scopo promozionale i propri bozzetti, leggendarie le sue collaborazioni con disegnatori come Paul Iribe per l’album Les robes de Paul Poiret (1908) e Georges Lepape per Les choses de Paul Poiret (1911) che nella loro stessa forma d’illustrazione ispirarono riviste di moda come la Gazette du Bon Ton.

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 Arrivò ad organizzare defilé itineranti per promuovere i propri lavori in giro per l’Europa, le modelle erano scelte  per la loro omogeneità di tipo e altezza, un’idea straordinariamente moderna di casting e identità della maison.

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Aumentando notevolmente la propria clientela, strappata alla concorrenza, si spostò nella più capiente boutique di rue Pasque 37.  La produzione della maison Poiret ben presto si allargò all’arredamento, ai complementi d’arredo e ai profumi con la fondazione di due atelier distinti e paralleli intitolati alle due amatissime figlie: Rosine e Martine. Nel 1911, Poiret, infatti, aprì la divisione dedicata ai profumi, primo stilista a dedicarsi anche alla realizzazione di profumi, divenuta una consuetudine per tutti quelli che seguiranno.

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Il lancio di quest’attività avvenne il 24 giugno 1911 con una sontuosa festa in maschera tenuta presso la propria casa parigina, ispirata alle odalische di Shahrazād, alle musiche e ai profumi orientali e perciò definita la mille et douxieme nuit. Chi non era abbigliato in tema era invitato ad indossare  una delle creazioni della maison in stile persiano o a lasciare il party!

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Sebbene Poiret avesse imparato il suo mestiere da due delle più antiche e venerate case di moda, la sua prima decade come stilista indipendente lo vede non solo rompere con le convenzioni stabilite della sartoria, ma addirittura sovvertire e, infine, distruggere le sue fondamenta tecniche. Sebbene sia maggiormente conosciuto per aver liberato le donne dalla costrizione del corsetto, oltre che per i suoi abiti stravaganti (gonne asimmetriche, pantaloni alla turca e tuniche velate, in stile harem), il suo maggiore contributo al mondo della moda è nello sviluppo di un approccio alla sartoria centrato sul drappeggio: un cambiamento radicale rispetto alle tecniche di sartoria e le strutture degli anni precedenti. Dissolvendo la rigidità della silhouette iperbolica in auge sino allora dal Rinascimento, che vedeva la costruzione dell’abito femminile come contrapposizione di due volumi distinti, corpetto e gonna, Poiret effettuata una rivoluzione che è anche tecnica. Sposta l’accento dalle competenze di sartoria a quelli basate sulle tecniche del drappeggio. Un cambiamento radicale rispetto alla tradizionale couture del XIX secolo, che, originata dalla sartoria maschile, si basava sulla precisione dei cartamodelli per la sua perfetta riuscita. In questa rivoluzione Poiret è ispirato dalle tradizioni folcloristiche regionali e dal mondo antico, che si basavano sulla realizzazione degli abiti partendo dalla forma di un rettangolo (un rettangolo di tessuto è la base del kimono giapponese ed un rettangolo è la forma base del Kitone greco).

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La semplicità strutturale delle sue creazioni, incentrata sulla bidimensionalità e non più sulla costruzione tridimensionale, rappresenta un momento fondamentale nella nascita del modernismo; fissa i nuovi paradigmi della moda moderna, cambiando irrevocabilmente la direzione della storia del costume. Il processo di creazione attraverso il drappeggio è la fonte delle moderne forme di moda. Possiamo dire che tutto il guardaroba moderno che vede come punto di partenza nella costruzione del capo la bidimensionalità e l’appiombo dalle spalle, e che vedremo pienamente sviluppato da Vionnet e Madame Grès, parte dall’innovazione di Poiret. Nella sua ricerca era ispirato e spinto dal trascinante successo che i Ballets Russes di Sergei Diaghilev ebbero nella Parigi dell’Epoca: fu lo sprone a dare definitivo e pieno sfogo al suo gusto orientalista e alla creazione di alcuni dei suoi più straordinari capolavori, cui ancora la sua memoria è legata.

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Durante la prima guerra mondiale, Poiret dovette lasciare l’attività della casa di moda, essendo stato arruolato come sarto per la realizzazione delle uniformi dell’Esercito Francese; quando poté ritornare alla propria attività, la maison Poiret era ormai sull’orlo della bancarotta. Inoltre, durante la sua assenza, nuovi stilisti come Chanel si erano accaparrati una buona fetta della clientela, con creazioni dalle linee semplici e sobrie. La praticità, la funzionalità, e la razionalità avevano soppiantato il lusso, l’ornamento, e la sensualità. Proprio lui che aveva aperto la via al modernismo non riusciva a conciliarne gli ideali e l’estetica con la propria visione artistica, troppo legata alla stagione dell’orientalismo. In breve tempo, le elaborate e sontuose creazioni di Poiret furono considerate fuori moda, e unitamente alle difficoltà finanziarie legate a operazioni sbagliate e al suo gusto per il lusso e la mondanità, lo costringeranno a ritirarsi dall’attività. I suoi abiti verranno svenduti a peso, come fossero stracci anonimi! Morirà nel 1944 completamente dimenticato.

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