YVES SAINT LAURENT, LA COLLECTION DU SCANDAL
Il 29 gennaio del 1971, Yves Saint Laurent presenta nel suo atelièr di Rue Spontini la collezione conosciuta come “Liberation” o “Forties”, ispirata alla moda della Seconda Guerra Mondiale. Abiti corti, giacche dalle spalle squadrate, scarpe con platform e trucco marcato come si vedevano a Parigi negli anni dell’occupazione nazista. La collezione è uno scandalo e sarà pesantemente criticata dalla critica, ma segnerà un’epoca e conquisterà rapidamente la strada.
Il pubblico alla presentazione della collezione, circa ottanta tra buyer, clienti e giornalisti non nascondono il loro disappunto ed esprimono tutto il loro orrore innanzi a quegli abiti che definiscono come orribili; ciò che li disturba maggiormente è la scelta di ispirarsi a uno dei momenti più bui e tristi della storia francese, proprio da parte di quel couturier che consideravano il solo degno erede della tradizione dell’Haute Couture, orgoglio nazionale. Quegli abiti ricordavano a troppi i periodi degli stenti e della mancanza di libertà, e non bastava come giustificazione il fatto che Saint Laurent, così giovane, quegli anni non li avesse vissuti.
Era la completa negazione del “New Look” di Dior, che rappresentò invece la rinascita dal dopoguerra, il ritorno all’opulenza e all’indipendenza; il pupillo negava le sue radici, voltava le spalle al suo maestro ma tracciava la sua di storia. Pierre Bergè, compagno di vita e braccio destro di Saint Laurent narra nei suoi ricordi che sia stata Paloma Picasso, amica intima di entrambi, a ispirarlo presentandosi in atelier con un abito recuperato al mercato delle pulci e una sciarpa annodata a mo’ di turbante. Saint Laurent stesso, invece, in un’intervista rilasciata poco prima di morire alla giornalista Suzy Menkes disse di aver pescato nei ricordi d’infanzia per costruire la collezione: a quando piccolissimo passeggiava con sua madre sulla spiaggia, con i bar pieni di soldati ai tempi della guerra d’africa e il suo ricordo di lei, calzata con le scarpe con le zeppe e l’abito di seta a pois dalle spalle squadrate e la corta gonna danzante.
Qualunque sia stata la partenza in questa collezione Saint Laurent stabilisce una cesura, spazza via un’epoca e porta a collidere la storia contemporanea col sognante mondo della moda. Le rigide divisioni tra l’Alta Moda e la Moda pronta crollano, gli allori vigenti canoni di eleganza sono relegati nel passato. In questa collezione Saint Laurent si affranca anche dal suo passato, nelle suggestioni dei suoi primi ricordi trova il suo stile definitivo che lo decreterà come il maestro indiscusso dell’ambiguità. Getta le basi di un progetto di stile che maturerà negli anni. Pone l’esercizio storico quale fulcro della creatività ma in una nuova e differente prospettiva, aprendo il campo a quelle mode retrò che domineranno lo stile degli anni settanta.
La collezione 1971 è come uno specchio in cui è cancellata definitivamente l’immagine di un mondo che stava scomparendo e in cui s’insedia il riflesso di una nuova generazione. A questa collezione è stata dedicata una mostra retrospettiva: 1971 La Collection Du Scandal (evento rarissimo che a una sola collezione si dedichi un’intera retrospettiva) presso gli spazi della Fondazione Pierre Bergè-Yves Saint Laurent a Parigi, a rimarcarne la fondamentale importanza nella definizione dello stuile Saint Laurent.
photo credits: Sophie Carre © Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent