L’ARTE CELATA

Posted on Marzo 19, 2015

Dopo quasi un anno da Stirpe Reale, lavoro d’illustrazione ispirato alla leggendaria e controversa figura della Regina Giovanna di Napoli, riprendo in mano le matite e i colori suggestionato dai racconti delle Badesse del Convento di San Gregorio Armeno, uno dei luoghi più affascinanti della città.

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Nel cuore dei decumani, nella strada nota al mondo come quella dei Presepi si affaccia questa Chiesa e il suo monastero, nascosti nella loro magnificenza, quasi del tutto inaccessibile al mondo, dove per secoli sono affluite le nobili vergini napoletane con le loro preziose doti, che hanno fatto brillante e lussuoso il loro ricovero. La Chiesa è aperta solo poche ore al giorno, il chiostro ancora meno e per lo più è inaccessibile. Tale circostanza non è tanto dovuta a incuria o a mancanza di personale, problema endemico di molti luoghi d’arte napoletani, no, stavolta si tratta d’invalicabili motivi di sicurezza: qui si recupera l’infanzia disagiata del circondario, spesso appartenente a bande rivali (e non si tratta certo di bande  musicali), in un’encomiabile attività di recupero oltre ad elargire da secoli aiuti pratici ai bisognosi del quartiere. Le poche parti visitabili comunque valgono la pena, qui si respira tutto il mistero e il fascino che solo il ventre di Napoli sa regalare. La Chiesa non manca di attrarre comunque turisti e visitatori oltre che ai fedeli, sia per la sua bellezza ma anche perché è luogo di culto di una delle Sante più famose nella città: qui riposano le spoglie di Santa Patrizia, la vergine nipote di Costantino che dall’Oriente venne a Napoli e qui ebbe il Suo riposo. Oggetto di grande venerazione dal popolo, la Santa propizierebbe l’incontro con l’amore alle donne che la invocano, ed è conservata in una cassa d’argento nella cappella accanto l’altare Maggiore, custodita a vista da una donna minuta, tenace guardiana pronta a scattare a ogni mormorio eccessivo o peggio alla vista di una macchina fotografica (inutile dire che già sono stato oggetto della sua inamovibile e tenace grinta), quindi nella necessità di avere dettagli e particolari della Chiesa cui ispirarmi, trovando sul web o sui libri solo immagini d’insieme, sono ricorso al più classico dei metodi: taccuino e matita e lunghe sedute sugli scranni a ridisegnare i dettagli, guardato a vista ma stavolta non redarguito.

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