GAULTIER MONGOLIAN STYLE

Posted on Aprile 13, 2015

Jean-Jacques  Annaud riporta col suo film, L’ultimo Lupo, gli echi della steppa sul grande schermo. Basandosi sul romanzo di Jiang RongIl Totem Lupo” il regista francese ci racconta l’epica vita quotidiana di un popolo che ha nella totale simbiosi con l’ambiente la sua più forte caratteristica, donandoci un nuovo momento di riflessione per una coesistenza sostenibile tra l’uomo e la natura nel rispetto delle regole che essa impone.

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Un popolo quello mongolo la cui forte determinazione lo portò a conquistare l’Impero cinese e a dominare il loro mondo. Il Popolo Mongolo ha da sempre colpito scrittori, registi e artisti, non di meno ha esercitato il fascino e influenza anche sulla moda: in una delle sue più belle collezioni Jean Paul Gaultier nel 1994 crea un mix esplosivo di temi folk per capi dall’impeccabile costruzione tecnica, dove l’ispirazione del popolo delle grandi pianure gelate si sovrapponeva e contaminava i capi del guardaroba moderno in una rutilante esplosione di creatività e contaminazione.

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Gaultier non era nuovo ai temi etnici e agli incontri estremi; lui è il creatore di moda della società globale, mixa maschile e femminile, underwear e gran soirèe, Parigi e la mongolia, nella ridefinizione di una geografia mutevole: in passerella si vede un melting pot sognante e un’inter-culturalità spinta agli estremi. La sua moda nel segno dell’autoironia diventa messaggio di fratellanza e condivisione, spazza ogni appartenenza e differenza etnica e fa sognare, lascia credere di essere pionieri e principesse in yurte di pelli mentre si incede per strade iperurbane. Questa collezione non è una collezione etnica, è totalmente Jean Paul Gaultier: sebbene prenda i suoi elementi dall’enorme bacino del costume tradizionale, li rimescola e ne fa capi a uso e consumo della donna e dell’uomo la cui identità è contemporanea e multietnica.

 

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